LA REGOLA DEL TRAMONTO
Un’immagine a cura di Omar Manini della festa conclusiva del progetto speciale TEATRO DI VOCI 2018
S’intitola “La Regola del Tramonto” ed è l’ultima storia partorita dall’immaginazione di Michele Polo: affidata ai bambini delle scuole primarie di Lestizza e Talmassons, e da loro sezionata, allungata, colorata e ricomposta, è diventata uno spettacolo teatrale per il progetto ERT teatroescuola – Teatro di Voci, arricchito da una colonna sonora assolutamente slim fit eseguita dal vivo.
Siamo a Regle, città tra i monti che venera il Sole e ne rispetta i ritmi con totale dedizione. La giovane popolazione è solita fare varie attività ludiche, riunirsi per raccontare storie, etc… Un giorno i rapporti si incrinano e le due f(r)azioni che vi si ritrovano costruiscono un muro per separarsi. Si scoprirà che la distanza non è così grande: lo sono di più la solitudine e la nostalgia per una felicità condivisa.
Un percorso lungo sei mesi che ha visto la partecipazione di ben cinque classi coadiuvate da sei maestre e con l’imprescindibile accompagnamento artistico di Valentina Rivelli e Denis Monte: una collaborazione creativa che, dal nostro punto di vista (quello di spettatori in sala, nda), ha portato ad un risultato estremamente godibile e capace di trasmettere un senso di spontaneità, di naturalezza espressiva che è anche il segno distintivo dell’autore stesso.
“Se l’ascolti è fresca come l’aria del mattino” recita un verso della prima canzone (tutte bellissime) che apre la rappresentazione; ed è proprio questa sensazione che i bambini sanno trasmettere: tanta sicurezza, qualche normalissimo, necessario impaccio, una leggerezza mai stucchevole o accidentale. Alcuni momenti respirano proprio in ragione della loro parvenza di improvvisazione, grazie alla quale contengono il senso di verità del quotidiano.
Colpisce la coesione degli elementi, la padronanza dello spazio e dei volumi, la verità dei gesti e di molte situazioni (cosa che riesce solo se il materiale proposto piace, viene digerito e fatto proprio).
“La Regola del Tramonto” diventa così un inno alle indubbie qualità dell’infanzia, alla bellezza della condivisione del tempo (e anche del teatro che ne è una delle forme esemplari e potenzialmente più forti), alla capacità del gioco e dei liberi sentimenti di creare legami.
Il momento più riuscito, che mostra l’abilità non comune degli autori, è quella delle due comunità divise dal muro di cartoni (altra geniale metafora sulla solidità solamente apparente delle distanze) che continuano nella loro esistenza speculare e totalmente sovrapponibile: una sorta di split screen cinematografico che in una manciata di minuti riassume, vaporizzandola, la forza dirompente di mille parole sulla stupidità delle frammentazioni forzate.
E così, “La Regola del Tramonto” non poteva che finire celebrando con il canto la vita, il sorgere del sole, di un sole che è un mosaico dipinto delle mille tonalità del giallo e del rosso, come un’esplosione d’amore:
“[…] la mia voce, la tua voce con ansia van insiem […] una melodia soffierà“.
Qui l’album della festa finale di Teatro di Voci 2017/2018 all’Auditorium comunale di Lestizza